Al di sopra del nostro navigatore si profila l’antica Corvara (siamo già in provincia di Pescara) un altro fra i tanti paesini dell’Abruzzo la cui urbanistica sembra sfidare le leggi di gravità. Il profilo del paese, di remotissima e ignota fondazione, è un impressionante gioco fra pareti a precipizio e gole abissali. Anch’esso, così come la vicina Pescosansonesco, fu semidistrutto dal terremoto del 1933 e ricostruito più a valle. Diversamente da quanto è accaduto però al centro vicino, il borgo vecchio è stato in buona parte restaurato e, adeguatamente valorizzato, è ora inserito fra le mete del Parco Nazionale della Majella. Le vecchie case di Corvara erano dette ‘pagliare’ perché spesso condivise con le bestie da soma. Oggi, il pastore Giovannino e le sue caprette sono gli unici abitanti del borgo antico. Giovannino accoglie con un sorriso chiunque salga a fargli vista: Corvara è l’unica fetta di mondo che conosce e scambiare quattro chiacchiere con qualcuno è il suo modo di esplorare nuovi orizzonti.
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